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- Tra le carte di mio Nonno Nino (avv. Antonino Isola), c’era
il
libretto datato 1924, ed intitolato "L'avv. Giuseppe Truscello ne
l'arte, nella vita e nella professione: note biografiche a cura di un
gruppo di amici e di ammiratori".
La divertente
pubblicazione,
che inizia
come una
celebrazione del personaggio, ma si rivela presto una pungente presa in
giro, descrive la figura di un Avvocato degli inizi del '900,
di cui non è rimasta altra memoria ma
che, negli anni ’20, doveva essere un protagonista di rilievo
del
foro catanese.
Il libretto
riporta alcune
delle sue auliche arringhe, ed alcuni
aneddoti; ma pure i coloriti soprannomi che "Puddu" Truscello
affibbiava a Colleghi e Magistrati
dell'epoca; ed il libretto - accanto
ad una interessante lista con i nomi degli operatori del tempo,
spesso genitori o nonni di quelli che abbiamo conosciuto -
riporta gli
epigrammi, con cui "i
più illustri, e i meno
illustri, campioni del Foro"
lo ricambiarono.
A distanza
di un secolo, il
personaggio resta
attualissimo: ed il suo abito sembra calzare a pennello ad altri
più o meno noti professionisti.
Mio Padre,
mostrandomi il libretto, mi
disse che
esso era stato, in realtà, scritto proprio da mio Nonno
Nino: al
quale, non a caso, l’avv. Truscello aveva dato il soprannome
di
‘salifizio’ (in siciliano, salifizziu,
scorpione).
Purtroppo, in
occasione di un trasloco,
l'esemplare
andò perduto; dopo molti anni, per un’insperata
fortuna,
ne ho reperito un’altra copia (qui riprodotta in formato PDF e qui in formato
testuale) presso un antiquario di Ragusa, con tanto di dedica
autografa dell’avv. Truscello.
2 - Gli scritti difensivi di mio Nonno, composti in
tipografia, risalgono al vecchio codice di procedura ed a legislazioni
ormai obsolete: ma la scrittura affilata e lo stile d’epoca
ne
rendono piacevole la lettura.
La comparsa qui riprodotta (in formato PDF)
riguarda una causa tra la Banca Italiana di Sconto e le Ferrovie dello
Stato, andata in decisione nel 1921: non violeremo perciò la
privacy di nessuno, dandole un’occhiata.
3 - Mio nonno Nino fu sempre socialista: e, da giovane, conobbe il
socialista Benito Mussolini, ben prima della nascita del fascismo.
Lo stesso Mussolini, Ne "Il mio diario
di guerra
(1915-1917)" (Edizione e-book 2016, realizzata dal Mulino - Bologna
ISBN 978-88-15-32820-5), ricorda - a pag. 95 - il
primo
incontro tra i due, avvenuto il 30-04-1916, durante la prima guerra mondiale:
"30 aprile - Sveglia prestissimo. È ancora notte. Zaino in
spalla. Da Comeglians a Villa Santina ci sono 13 chilometri e 800
metri. Arriviamo a Villa Santina verso le sei e ci fermiamo in un prato
nelle vicinanze della stazione per consumare il rancio unico. Il sottotenente avvocato Antonino Isola, catanese, viene a cercarmi. Ci
vediamo per la prima volta, ma ci conosciamo – epistolarmente
– da molto tempo. È ufficiale al 3°
fanteria, composto
esclusivamente di siciliani" . Cento giorni dopo quell'incontro, il 10 agosto 1916, mio Nonno si
guadagnava, nell'ambito della sesta battaglia dell'Isonzo (battaglia di
Gorizia) una medaglia d'argento al valor militare:
<
Le strade dei due si separarono presto, essendo divenuto Mussolini il
duce dei fascisti, e rimanendo mio Nonno un socialista, che
rifiutò di prendere la tessera del partito fascista, e
rimase
sempre - pubblicamente - antifascista.
In famiglia si raccontava di un singolare episodio avvenuto anni dopo,
all'inizio del regime fascista: mio Nonno venne convocato da Mussolini
a Roma per un colloquio e, benchè solesse definire
il Duce
come
"(tintu) maestro di
scuola elementare", riferendosi al suo diploma
magistrale, non potè rifiutare l'invito.
Senonché, infastidito da alcune ore di anticamera, mio Nonno
-
che doveva recarsi ad una udienza avanti la Corte di Cassazione di
Palermo (che cessò di esistere il 31-10-1923) - decise di
piantare in asso il potentissimo Duce, e prendere il treno per Palermo.
Il Duce non gradì il gesto irrispettoso: la polizia fascista
raggiunse a Napoli, in automobile, il treno, e riportò mio
Nonno
a Roma; non sappiamo come si svolse il successivo colloquio, ma
è certo che - ogni qualvolta Mussolini si recava in Sicilia
- i
Regi Carabinieri avevano l'ordine di arrestare mio Nonno e tenerlo al
fresco per la durata della visita. Si narra che - ciò
nonostante
- l'avv. Antonino Isola non si sia fatto nemmeno un giorno di prigione,
poiché in quelle occasioni si recava a Gagliano
Castelferrato
(EN) dove, ospite del suocero (Don Nicolino Cavallaro), trascorreva
qualche giorno praticando la caccia.
Si raccontava - pure - che per rispetto di Don Nicolino Cavallaro - i
Carabinieri del luogo fingessero di ignorare la presenza dell'avv.
Antonino Isola in quelle occasioni.
Don Nicolino Cavallaro
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Mio Nonno fu protagonista di un divertente aneddoto durante la seconda
guerra mondiale, nella quale prestò servizio con il
grado
di Maggiore.
Un giorno, in viaggio per motivi di servizio ed indossando la divisa,
salì su un treno in partenza: dove
trovò posto in
uno scompartimento nel quale sedevano un civile ed un impettito
ufficiale tedesco.
La vicinanza di quest'ultimo non era per nulla gradita a mio Nonno: che
nella Grande Guerra aveva combattuto contro gli Austriaci, e non
provava nessuna simpatia verso il nazismo.
Ad un tratto, prima che il treno partisse, suonò l'allarme
aereo: gli Alleati si accingevano a bombardare la stazione, e si doveva
immediatamente correre verso i rifugi antiaerei.
Senonché il civile, sotto gli occhi increduli dei due
ufficiali,
non fece cenno di alzarsi per mettersi in salvo: ed anzi prese del pane
e del salame dalla sua bisaccia, e cominciò a prepararsi,
con
serafica tranquillità, la colazione.
Non potendo apparire meno coraggioso di un civile, e per di
più
italiano, l'impettito ufficiale tedesco rimase anch'egli al suo posto;
sfoggiando orgogliosamente, mentre le prime bombe cadevano a poca
distanza, il coraggio della sua razza superiore.
Il Maggiore Isola non fu meno testardo: e per dimostrare
all'odiato tedesco il
coraggio di un ufficiale italiano, rimase impassibile al proprio posto,
fingendo di non essere per nulla preoccupato dal fischio delle bombe
che nel frattempo cominciavano a cadere tutto intorno.
La stupidissima sfida con la morte, della cui
pericolosità tutti e due gli ufficiali erano
consapevoli,
ebbe un esito fortunato: il vagone non fu
colpito, e nessuno si fece male.
Solo dopo qualche tempo, incontrando nuovamente il civile (un altro
brontese, fratello di un noto Avvocato) che aveva mangiato
tranquillamente pane e salame sotto le bombe, mio Nonno
scoprì
il misterioso motivo della sua imperturbabilità: si trattava
di
un singolare personaggio, più volte ricoverato in manicomio,
che
giustificò il suo gesto chiarendo: "Stavo tranquillo
perché gli Americani sapevano che ho sempre simpatizzato per
loro, e quindi non mi avrebbero mai colpito !!".
5 - L'avv. Antonino Isola fu candidato - nelle file del Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani - alle prime elezioni per
l'Assemblea Regionale Siciliana, del 20 aprile 1947, insieme al suo
amico e collega Avv. Luigi Castiglione: risultò il
primo dei non eletti e
successivamente, il 15-12-1949, subentrò al defunto on.
Giuseppe
Sapienza.
Il sito internet bronteinsieme.it ricorda quelle
storiche elezioni, e
riporta una caricatura dell'epoca di mio Nonno, pubblicata sul locale
quindicinale "il Ciclope".
La città di Bronte (CT), nella quale era nato, ha intitolato
una via al suo nome.
Il 12 agosto 1950, per un infarto, moriva prematuramente
all'età
di 61 anni: il giorno successivo, sul quotidiano La Sicilia (pag.
7) si leggeva: